Nell’ultimo periodo la Banca Centrale Europea ha tirato dritto per la sua strada, senza alcuna esitazione. Per combattere un’inflazione che è ancora persistentemente alta, la Eurotower non vede altra strada che continuare ad aumentare i tassi di interesse.
Ma questo percorso comincia ad essere messo in discussione da alcune incrinature che evidenzia l’economia della Eurozona.
Il difficile ruolo della banca Centrale Europea
Aver alzato i tassi di interesse per diversi mesi ha prodotto un’inversione di tendenza dell’inflazione, che tuttavia non sembra aver raggiunto ancora il picco nella sua componente core, ossia quella depurata degli elementi più volatili come energia e cibo.
Questo significa che la crescita dei prezzi si è ormai trasmessa trasversalmente a tutti i settori dell’economia. Una grossa preoccupazione per la Banca Centrale Europea, che proprio per questo non vuole interrompere i rialzi dei tassi.
Questo atteggiamento sta facendo da volano per l’euro che negli ultimi tempi ha guadagnato terreno rispetto al dollaro, giungendo a quota 1,10 dopo essere addirittura sceso sotto la parità mesi addietro, a settembre scorso. Si può constatare guardando i dati di XTB broker.
Il problema dell’economia
La politica dei tassi elevati tuttavia comincia a far vedere chiare ripercussioni sulla ripresa economica, visto che gli ultimi indicatori che anticipano il trend evidenziano la frenata. Le vendite al dettaglio sono scivolate dell’1% mensile, mentre i dati aggregati del primo bimestre segnano -1,6%. A causa dell’inflazione elevata, il potere di acquisto delle famiglie è sceso è questo si riflette sui consumi.
Divergenza dalla Fed
Nonostante si possa immaginare che la BCE presto comincerà a cambiare atteggiamento, ora come ora permane una divergenza rispetto al comportamento della FED. La banca centrale USA infatti potrebbe fare un’ultima stretta a maggio, per poi cominciare a tagliare i tassi dopo l’estate.
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