Nelle ultime settimane petrolio e gas costano sempre di meno, a dispetto di alcuni fattori che invece potrebbero far salire i loro prezzi. Che cosa sta accadendo al mercato dell’energia?
La dinamica calante dei prezzi
Nella giornata di martedì, i prezzi del gas naturale hanno chiuso in calo al di sotto dei 35 euro per megawattora. Rispetto allo scorso anno, il prezzo segna un ribasso del 54%. Intanto gli stock dell’Unione Europea si mantengono al di sopra del 90%.
Non è molto diverso lo scenario riguardante i prezzi del petrolio. Il WTI è scivolato al di sotto dei 70 dollari al barile (dati dei Broker opzioni binarie Italia), mentre il Brent resiste poco oltre quella soglia.
I driver del mercato del gas
Un fattore che sta contribuendo a tenere bassi i prezzi del gas sono le scorte abbondanti. Grazie alla ripresa delle temperature, dopo la breve ondata di freddo di inizio dicembre, i livelli degli stock sono giudicati sufficienti per fare da cuscinetto ad un’eventuale carenza dell’offerta, nel caso in cui le temperature dovessero bruscamente a scendere.
Secondo gli ultimi dati, le scorte di gas europee rimarranno approssimativamente sui massimi storici fino all’inizio di gennaio.
Annotazione: anche se volete negoziare le commodities, dovreste conoscere i concetti di triplo massimo e triplo minimo trading.
Il mercato del petrolio
L’eccesso di offerta è invece il grande driver del ribasso delle quotazioni petrolifere. Nonostante il cartello dei produttori OPEC+ si stia prodigando in una politica dei tagli all’offerta (i Paesi esportatori si sono impegnati a tagliare la produzione di 2,2 milioni di barili al giorno, nel primo trimestre del 2024), persiste il timore che la domanda possa calare anche di più, di fronte ad un atteggiamento ancora aggressivo da parte delle banche centrali per contrastare l’inflazione. Tassi di interesse più alti deprimono l’economia e riducono la domanda di petrolio.
Neppure l’attacco a una nave cisterna norvegese da parte dello Yemen ha più scosso più di tanto il mercato.
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