Investitori nervosi, pioggia di vendite sugli Eurolistini

Si scatenano le vendite sulle principali Borse europee, dove gli investitori digeriscono il dato record sull’inflazione nell’Eurozona. A maggio è stata 8,1%, il massimo storico da quando ci sono queste rilevazioni. La corsa dei prezzi avvicina sempre di più la stretta monetaria della BCE.
Nel corso della giornata gli Eurolistini sono peggiorati a causa dell’andamento negativo di Wall Street.

La giornata degli investitori

investitoriIl bilancio di fine giornata vede il FTSE Mib di Milano in calo dell’1,22% a 24.505 punti. Gli investitori hanno invece fatto compere sul FTSE Italia All-Share (+0,80%).
Le principali Borse europee chiudono tutte con il segno meno. La peggiore è Parigi che segna -1,43%. Male anche il DAX40 sullo Xetra di Francoforte (-1,29%), così come Madrid -0,89% e Londra -0,08%.
Avvio fiacco anche per Wall Street, che lunedì era stata chiusa per il Memorial Day.

I numeri di Milano

A Piazza Affari gli investitori hanno scambiato un controvalore di 1,62 miliardi di euro, mentre i volumi si sono attestati a 0,84 miliardi di azioni.

Per quanto riguarda i singoli titoli, gli investitori hanno premiato Telecom Italia: +2,90% con il mercato che si concentra sulla possibile valutazione degli asset che saranno inclusi nel progetto della rete unica.
Andamento a tinte miste per il settore bancario, dove spicca BPER (+1,7%), che corre in vista del perfezionamento dell’acquisizione di Banca Carige.

La giornata peggiore è quella vissuta da Ferrari, -4,30% con gli analisti di Citigroup hanno tagliato a 140 euro il prezzo obiettivo. In coda anche Tenaris (-3,67%) e Prysmian (-2,69%).

Gli altri numeri

Sul mercato dei cambi, il dollaro torna a rafforzarsi e l’euro ritraccia a 1,072 dollari (per un trading molto speculativo su questa coppia, cercate il miglior broker per scalping forex).

Corre invece il petrolio, dopo l’accordo a sorpresa trovato nella notte dal Consiglio europeo sull’embargo al greggio russo. L’Oro è in calo (-0,76%) e si attesta su 1.841,3 dollari l’oncia.
Torna a salire lo spread, attestandosi a +200 punti base, con un aumento di 7 punti base.