Capitali, nuove speranze per l’Argentina dopo il ritorno nel MSCI Index

Non sarà certo passata inosservata la novità delle ultime settimane, per chi opera spesso con capitali sui mercati emergenti. L’Argentina è tornata a far parte del Msci Emerging Markets Index, del quale il paese sudamericano stesso fu uno dei fondatori nel 1988.

Afflussi di capitali in Argentina?

capitali argentina

Nel 2009 l’Argentina venne regredita a mercato di frontiera dal punto di vista degli investimenti, per via delle restrizioni imposte sui capitali in entrata e in uscita dal Paese e per via della situazione critica degli ultimi anni. Chi sa che cos’è la volatilità, in Argentina ha potuto anche vedere cosa succede quando raggiunge livelli estremi. Si aggiungano iperinflazione e default in serie. Dallo scorso 28 maggio però lo scenario è di nuovo cambiato, il MSCI ha re-incluso il Paese nel suo famoso Index. Tuttavia, non sono tutte rose senza spine, e non a caso il peso del Paese nell’indice è stato fissato soltanto allo 0,3%.

Situazione politica ed economica

Va detto che l’Argentina ha un quadro politico ancora fonte di preoccupazione. L’appuntamento cruciale è fissato a ottobre prossimo, quando ci saranno le elezioni presidenziali. Dal punto di vista delle riforme, il presidente Macri ha puntato su una forte austerity che ha migliorato la percezione dei mercati dei capitali nei confronti dell’Argentina, ma ha abbassato il suo indice di gradimento. Infatti sono aumentate invece le prospettive di un ritorno al potere del partito Peronista.

Il paese ha ottenuto un prestito di 56 miliardi di dollari del Fondo Monetario Internazionale, ma questo non è bastato per arginare l’inflazione (al 57%), malgrado i tassi di interesse abbiano superato il 70%. Il peso argentino, soltanto nel 2018, ha perso il 50,5% rispetto al dollaro americano. Quest’anno la svalutazione ha raggiunto un ulteriore 15%, con l’ADX indicatore che evidenzia altre spinte al ribasso per la valuta argentina).

Prospettive dopo il rientro nel MSCI index

La notizia del rientro nel Msci Emerging Markets Index, però potrebbe avere dei risvolti positivi. Infatti potrebbe portare un afflusso netto di capitali di oltre un miliardo di dollari da parte degli investitori passivi. Quelli di lungo termine invece aspetteranno di conoscere le politiche governative post-elezioni. Al di là dell’esito elettorale però, la strada verso la ripresa economica continua ad essere complessa e molto sensibile alle oscillazioni della crescita globale (e soprattutto all’evoluzione della guerra dei dazi USA-Cina) e alle condizioni finanziarie mondiali.