Alessandro Benetton spiega l’effetto Dunning-Kruger: “Ecco perché gli ignoranti si sopravvalutano”

L’effetto Dunning-Krueger è una insidiosa distorsione cognitiva secondo cui le persone più ignoranti e incompetenti tendono, proprio in virtù dei loro limiti, a sopravvalutare le proprie qualità, mentre al contrario le persone più intelligenti sviluppano una forma di socratica umiltà: analizzando questo fenomeno, l’imprenditore Alessandro Benetton mostra come la consapevolezza delle proprie mancanze sia un ingrediente fondamentale per il successo.

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: l’effetto Dunning-Kruger

Per spiegare la trappola psicologica che prende il nome di effetto Dunning-Kruger, l’imprenditore Alessandro Benetton ha ricordato una storia vera: quella di McArthur Wheeler, un ingenuo rapinatore che, dopo avere rapinato due banche a volto scoperto, fu rapidamente arrestato dalla Polizia. L’uomo fu enormemente sorpreso di essere stato rintracciato: aveva infatti sviluppato la convinzione che, cospargendosi di succo di limone, sarebbe stato invisibile agli occhi delle telecamere. Poco prima, infatti, Wheeler aveva assistito al celebre esperimento dell’inchiostro invisibile, e aveva visto come, scrivendo una frase su un foglio con il succo di limone, la scritta diventasse visibile solo avvicinando una fonte di calore. Per testare questa intuizione, lo sprovveduto malfattore aveva persino tentato un esperimento, scattandosi una foto per mettere alla prova la propria invisibilità: Wheeler in effetti non fu ritrattato nella fotografia, ma solo perché aveva erroneamente inquadrato il soffitto. Proprio l’ignoranza di Wheeler, secondo Alessandro Benetton, gli impediva di comprendere quanto assurde fossero le proprie ipotesi. Incuriositi dalla sua storia, due ricercatori, David Dunning e Justin Kruger, tentarono di confermarne le implicazioni attraverso un esperimento, in cui sottoponevano dei volontari a dei test e gli chiedevano, al termine, di valutare la propria competenza in determinati ambiti. I risultati furono sorprendenti: le persone che ottennero i risultati peggiori furono quelle tendenzialmente più portate a sopravvalutarsi. Al contrario, i più abili si erano assegnati valutazioni piuttosto modeste. Proprio la loro competenza, infatti, gli permetteva di giudicare realisticamente le proprie performance.

Alessandro Benetton: “Ecco perché Socrate aveva ragione”

Cosa ci insegna questo esperimento? Innanzitutto, evidenzia Alessandro Benetton, che il principio dell’intelligenza sta nella consapevolezza dei propri limiti. “Per fare impresa”, afferma il Fondatore di 21 Invest, “bisogna essere abbastanza competenti per capire di non esserlo”. L’uomo intelligente deve invece attenersi al detto socratico del “So di non sapere” e cercare continuamente rimedio alle proprie mancanze, sia attraverso la formazione, che circondandosi di professionisti altamente preparati che possono dare corpo alle nostre idee dove le nostre competenze non arrivano. “Solo un imprenditore consapevole definisce in modo onesto il proprio grado di sapere e porta in squadra quei talenti che possono completarlo”.