Investimenti: ai Bot si preferisce la casa a Miami

Il sogno americano degli europei oggi è il mattone a stelle e strisce. L’acquisto della seconda casa oltreoceano come investimento sicuro, come destinazione per le vacanze. Gli Stati del sud sono quelli che attraggono maggiormente, Florida in testa, considerato che a Miami risiedono circa ottantamila italiani, tra questi anche imprenditori immobiliari che per soddisfare l’enorme richiesta dei clienti hanno deciso di trasferirsi sul posto per conoscere il mercato, entrare nel sistema, capire il perchè funziona, qual è il motivo del successo. A Miami il 90% degli investitori è straniero, di questi una grossa fetta sono italiani che negli ultimi anni hanno acquistato oltre 20mila abitazioni.
“Gli italiani non investono più nel Belpaese e le ragioni sono molteplici: difficoltà nei finanziamenti, incertezza giuridica (se l’inquilino non mi paga, cosa succede?), oneri di gestione elevati, incremento costante del costo tributario, incertezza fiscale sul trattamento a medio periodo dell’investimento – spiega Francesco Marciandi, Ceo della milanese Bel Group, rinomato esperto di finanza e di real estate che oggi vive in Florida per rispondere alla vasta richiesta dei clienti europei – Quando una famiglia decide di comprare una casa va alla ricerca di un contesto che fornisca, o meglio garantisca, un margine di sicurezza sugli investimenti oltre all’assistenza adeguata”.
Per gli esperti del settore oggi è più remunerativo (e, specialmente, più lineare) gestire un appartamento a New York piuttosto che a Rho in provincia di Milano. “E’ più stabile – spiega Marciandi – le condizioni non cambiano in corso d’opera. Se su un immobile mi viene garantita una rendita pari al 5% sono sicuro che l’anno successivo non arriverà nessuna nuova legge (del tipo di IMU/Tasi/Tarsi/etc.) che me la farà calare al 4%. Può succedere che cambi il mercato, ad esempio, un calo dei prezzi delle locazioni in quel caso diviene necessario farsi assistere da esperti del Real Estate che conoscono il contesto dell’investimento – aggiunge l’imprenditore milanese che, da esperto commercialista, conosce bene anche i regimi fiscali – Il professionista e’ in grado di fornire all’investitore le differenti alternative in funzione delle proprie attese di remunerazione e della propria propensione al rischio”.
Che immobile cerca l’italiano? Esattamente quello che cercava in Italia: la seconda casa, magari da dare in locazione come investimento alternativo ai bot. La palazzina, per chi ha somme maggiori da investire, chi e’ sofisticato in termini di diversificazione del prodotto e del rischio chiede anche negozi annessi allo stabile. “Non e’ concessa l’improvvisazione: posso comperare un appartamento a Miami in un condominio pagandolo 2 milioni di dollari senza sapere che fra imposte e oneri condominiali dovrò pagare 60 mila dollari l’anno. Può anche andare bene, ma devo saperlo prima (sia se lo prendo per il mio uso esclusivo sia, e specialmente, se intendo affittarlo, perché devo essere ragionevolmente certo del possibile reddito da locazione) – conclude – L’importo, la tipologia, variano non solo da Stato a Stato, ma da quartiere a quartiere, per non dire degli immobili commerciali, nel cui caso il valore del fabbricato, nella stessa via, varia sensibilmente in funzione della posizione. In sintesi: in funzione del budget, di quello che e’ l’aspettativa di reddito dell’investimento e della propensione, al rischio si assiste l’investitore nel processo di investimento e, per chi lo ritiene, nella successiva gestione”.